mercoledì 20 gennaio 2010

Le palme di Afragola attaccate dal punteruolo rosso

LogoAfRA3_scrittamod_2In questi ultimi mesi, alcune delle palme che ornano le strade di Afragola, sono state attaccate da un insetto killer, il punteruolo rosso, che ne ha provocato la morte. Pubblichiamo di seguito due articoli, uno redatto da noi, che presenta in breve il problema e si chiede se l'amministrazione di Afragola abbia rispettato o meno le procedure previste dal Piano Regionale di Lotta Fitopatologica Integrata, mentre il secondo, redatto dalla prof. Rosa Fortunato, docente di scienze del Liceo Scientifico "Brunelleschi" di Afragola, prova a dare alcune indicazioniper la scelta delle piante con cui allestire i nostri spazi verdi.
Le palme di Afragola attaccate dal punteruolo rosso
Abbattimento Palme di Viale Sant’Antonio ad Afragola
Alcune delle Palme di Viale Sant’Antonio ad Afragola, da sempre biglietto da visita della nostra città sono state colpite dall’insetto “Punteruolo rosso delle Palme”. Il punteruolo rosso delle Palme, denominato Rhynchophorus ferrugineus, è un coleottero curculionide molto dannoso alle piante di palma. La specie è originaria dell’Asia meridionale e Melanesia. Sono segnalati gravi danni nei palmeti da dattero della penisola arabica. Nel 1994 l’insetto è comparso per la prima volta in Europa e precisamente in Spagna; dall'anno 2005 è segnalato
anche in Italia (Sicilia, Campania, Puglia, Lazio e Toscana). L’insetto vive all’interno della palma, dove compie interamente il suo ciclo vitale. La femmina depone circa 300 uova distribuite alla base delle giovani foglie o sulle ferite delle foglie o in cavità del tronco della palma. Le uova si trasformano in 2 o 5 giorni in piccole larve che bucano le palme, cibandosi dei tessuti delle stesse, eliminando tutto il materiale fibroso. Le larve si muovono verso l’interno della palma scavando tunnel e larghe cavità, si possono trovare in qualsiasi parte della palma, anche al colletto. Il periodo larvale varia da 1 a 3 mesi. Le larve si impupano in un pupario cilindrico formato da strati fibrosi, generalmente questa fase avviene fuori dal tronco alla base della pianta. Dopo 14-21 giorni fuoriescono gli adulti. L’intero ciclo dura 4 mesi. Sullo stesso albero di palma possono sovrapporsi più generazioni dell’insetto. Generalmente il curculionide non si sposta in una nuova palma finchè non ha completamente distrutto quella su cui vive. I danni sono causati dalle larve e sono visibili solo quando il curculionide ha colonizzato l’intera pianta, che collassa. Le palme colpite ad Afragola sono state abbattute dal Comune: noi chiediamo all’amministrazione di sapere se il taglio è avvenuto come previsto per prassi, e quali provvedimenti per la difesa delle altre Palme si intende adottare. In Regione Campania, infatti, è presente un Piano Regionale di Lotta Fitopatologica Integrata (PRLFI), operativo dal 1993. In questi anni sono state maturate esperienze che hanno permesso di affinare le tecniche di intervento, rendendole sempre più rispondenti alla multiforme realtà dell'agricoltura campana, e di mantenersi in linea con i cambiamenti avvenuti nella politica agricola comunitaria, sempre più orientata verso le misure agroambientali che considerano il problema nel suo complesso: la difesa delle colture agrarie, la sanità dei prodotti e la tutela del consumatore, la salute degli operatori agricoli, la salvaguardia e la tutela dell'ambiente. Anche la domanda dei prodotti agricoli, soprattutto per quanto riguarda la GDO (Grande Distribuzione Organizzata), è sempre più orientata verso le produzioni integrate; nei consumatori, negli anni, si è andata affermando una maggiore sensibilità nei confronti dei problemi legati alla sanità dei prodotti dal punto di vista dei residui dei fitofarmaci e della tutela ambientale. Il PRLFI, elaborato e coordinato a livello regionale dal Settore Sperimentazione, Informazione, Ricerca e Consulenza in Agricoltura (SeSIRCA), trova attuazione su tutto il territorio regionale a cura dei tecnici dei Servizi di Sviluppo Agricolo che operano presso i Settori Tecnico Amministrativi Provinciali per l'Agricoltura - Centri Provinciali di Informazione e Consulenza in Agricoltura (STAPA-CePICA), nei quali sono attivi 31 Sportelli Fitosanitari Zonali. Il PRLFI rappresenta lo strumento principale della Regione Campania per l'erogazione del servizio di consulenza fitosanitaria. Attraverso il PRLFI inoltre, vengono progettati e realizzati interventi sperimentali nel campo della difesa fitosanitaria. I Progetti attuativi del PRLFI vengono approvati annualmente, insieme alle Norme tecniche per la difesa fitosanitaria ed il diserbo integrato delle colture. Attraverso il PRLFI lo stato fitosanitario delle principali coltivazioni presenti in Campania viene costantemente monitorato attraverso oltre 260 Unità Territoriali di Monitoraggio. I risultati di tale monitoraggio vengono divulgati settimanalmente attraverso i Bollettini Fitosanitari Zonali. Dunque, nei casi sospetti circa la presenza del coleottero in Campania, si raccomanda di informare il Servizio Fitosanitario Regionale: noi ci chiediamo se questo è stato fatto anche per le palme di Afragola, ed in che modo sono state smaltite le parti tagliate delle palme.

LEGAMBIENTE AFRAGOLA
 A proposito delle Palme e del Punteruolo rosso…
Certo, è davvero triste vedere le povere palme che abbellivano i nostri viali decapitate o moribonde a causa del micidiale coleottero Punteruolo rosso, eppure questa brutta esperienza potrebbe servire ai nostri amministratori e a noi stessi per dare indicazioni sui corretti criteri da adottare in futuro per la scelta delle piante con cui allestire i nostri spazi verdi, sia pubblici che privati.
Prima di tutto dobbiamo capire che la vegetazione è così importante per l’ecosistema urbano non solo per un semplice effetto “ornamentale”, ma sopratutto per altri motivi, e cioè:
-per formare un valido sistema di Restauro Ambientale, limitando tutte le forme di inquinamento e malessere dell’ambiente urbano in cui viviamo giornalmente;
- per contribuire a conservare le specie animali e vegetali che rischiano di scomparire;
- per offrire un valido momento di contatto con la natura per giovani e adulti.
Ma come fare a conseguire questi obiettivi?
Sarebbe il caso che i nostri amministratori ponderassero bene quali piante mettere nelle nostre città . Il problema delle palme attaccate da questo parassita è solo la punta dell'iceberg perché l'errore di fondo è che si sprecano denari pubblici per mettere a dimora piante esotiche, e non tipiche del territorio.
Poi non si diversificano abbastanza le essenze, e ciò porta allo sviluppo di un poche specie di parassiti, senza possibilità di lotta biologica.tipo di parassita, cioè non vi è lotta biologica.
Quindi dobbiamo seguire precisi criteri:
1) Scegliamo non piante esotiche (in base a opinabili criteri ornamentali), ma piante autoctone o naturalizzate (cioè tipiche della flora locale), le quali si inseriscono meglio nell’ambiente e sono più resistenti ai parassiti. Infatti l’attacco del Punteruolo rosso alle nostre palme è sintomo di uno squilibrio che inizia proprio dalla scelta di questi alberi esotici che hanno attirato il micidiale coleottero (originario dell’Asia sudorientale), il quale, non avendo competitori, imperversa incontrastato. Poi le piante tipiche del luogo costituiscono una fonte di nutrimento per la fauna selvatica che vive in ambiente urbano, producendo bacche e frutti che nutrono soprattutto gli uccelli; inoltre danno loro riparo e possibilità di nidificazione. Tutte queste funzioni non vengono assolte dalle piante esotiche che oggi si usano per i nostri giardini.
2) Le specie vegetali devono essere quanto più diverse possibile sia per specie che per età, allo scopo di favorire il controllo reciproco dei parassiti.
3) Infine la scelta di puntare su spazi verdi ecologici permette di ridurre notevolmente le spese di manutenzione.
Allora nel nostro territorio quali sono le piante che potremmo inserire?
La scelta andrebbe fatta a seconda degli spazi, dell’intensità di traffico, della distanza dagli edifici, ecc., ma in linea di massima potrebbero essere: varie specie di querce, il ligustro, il leccio, il carpino, l’acero, l’ippocastano, l’alloro, il lauroceraso, il biancospino, il laurotino, il sorbo ecc. ecc., in un caleidoscopio di forme, colori e profumi che costituiscono la flora mediterranea.
Da ponderare bene anche l’inserimento di piante invadenti originarie di altri continenti, come la catalpa, la robinia, la quercia rossa (America) o l’ailanto (Cina), che tendono a soppiantare la flora autoctona, con gravissimi danni alla Biodiversità. Infine evitiamo le monocolture di pini domestici perché vengono colpiti facilmente dalla processionaria, una farfalla le cui larve (o bruchi) causano a persone e animali a sangue caldo reazioni epidermiche e allergiche anche gravi.
Un’altra efficace azione che potremmo mettere in pratica con poca spesa, è quella di dotare i nostri spazi verdi di tabelle didattiche dove comunicare ai cittadini l’importanza del verde in ambiente urbano, oppure notizie sulle varie essenze, il loro ruolo ecologico o anche nell’alimentazione umana; potremmo, ad es., incaricare le scuole di fare ricerche (coinvolgendo magari i nonni) sulle ricette tradizionali…
Seguendo questi criteri, può darsi che sentiremmo un po’ più “nostri” i paesi dove viviamo e che, alzando per un po’ i nostri stanchi e lacrimosi occhi dallo schermo del pc, potremmo rigenerarli con la vista di fiammeggianti colori autunnali o con splendide fioriture primaverili; potremmo trovare refrigerio sotto ombrosi alberi in estate e rallegrarci ascoltando e osservando graziosi uccellini che non siano i soliti piccioni o gabbiani che stanno colonizzando l’hinterland al seguito di discariche più o meno abusive.
Infine un invito a gli amministratori dei nostri paesi a visitare il Giardino Didattico del Liceo scientifico “Brunelleschi” ( via Firenze – Afragola), vera e propria oasi naturale di cui i nostri studenti usufruiscono e che speriamo di poter mettere presto al servizio di tutto il territorio.

Rosa Fortunato – Docente di Scienze del liceo Scientifico sat. “ F. Brunelleschi” – Afragola (NA)

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