domenica 20 giugno 2010

Rassegna stampa - Il prefetto Pansa scrive al Comune di Afragola, ma viene ignorato

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Pubblichiamo un articolo apparso sul settimanale afragolese "Mosaico" del 19 giugno 2010, nel quale si parla di una nota inviata il 3 agosto 2009, dal prefetto Pansa al Comune di Afragola e riguardante alcune presunte irregolarità commesse dalla Igiene Urbana srl, la ditta che da settembre 2009 gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sul territorio del Comune di Afragola.     

Un compattatore della Igiene Urbana, la ditta che da settembre 2009 gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ad Afragola
AFRAGOLA – LO SCRIVE IL PREFETTO DI NAPOLI
Truffa e smaltimento illecito di rifiuti: ecco l'Igiene urbana

Intanto la ditta annuncia che dal 30 giugno non raccoglierà più la spazzatura
da “Mosaico” del 19 giugno 2010
AFRAGOLA - “Dalle informazioni assunte dalle forze dell'ordine, gli stessi risultano segnalati nel corso di quest'anno per reati di natura ambientale e segnatamente per i delitti di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e truffa, nonché per il reato di attività di rifiuti non autorizzata”. Firmato il prefetto Alessandro Pansa. Napoli, 3 agosto 2009. Tranquilli. Non è il curriculum di qualche delinquente incallito del clan dei “casalesi”, organizzazione criminale specializzata in Campania e in tutta Italia per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti tossici. È semplicemente quello che ha scritto Alessandro Pansa, il prefetto d Napoli, al sindaco di Afragola Vincenzo Nespoli, nel certificato antimafia rilasciato all'Igiene urbana,la ditta che
gestisce il servizio in città. L'ultimo capoverso è da brividi. Non lascia spazio all'interpretazione. E poi c'è un rigo che è passato sotto silenzio: “Quanto sopra per le determinazioni di competenza di cui si gradiranno notizie”. Siamo al 3 agosto 2009. Il documento non è mai uscito. Non è mai stato reso pubblico. Custodito dai dirigenti gelosamente in un cassetto. Le notizie chieste dalla Prefettura al Comune non sono mai arrivate. L'amministrazione non ha scritto nulla perché non hanno fatto nulla. Ha tentato solo di evitare che quanto scritto nell'informativa diventasse pubblico ed aggiungesse un altro capitolo all'oscura, spinosa ed intrigata vicenda legata alla scellerata gestione dell'appalto. Agli scandali che ne sono seguiti. Licenziano i vecchi dipendenti perché non c'è bisogno di personale. Poi, fanno marcia indietro ed assumono nuovi netturbini, guarda caso parenti ed amici degli amministratori. I costi per l'Ente salgono a dismisura. Il Municipio sborsa denaro su denaro a fronte di un pessimo servizio ed una raccolta differenziata che stenta a a decollare.
L'amministrazione, sulle gravi accuse contenute nell'informativa contro i vertici dell'Igiene urbana, non ha voluto sapere niente. Ha pensato solo a difendere l'impresa. Quasi come se fosse cosa loro. Roba loro. E l'hanno favorita in tutti i modi. Ricevendo in cambio, di sicuro, i posti di lavoro. Poi chissà cos'altro. Hanno mischiato le carte. Hanno cacciato la vecchia ditta, hanno modificato il bando diminuendo il personale da impiegare nella raccolta ed aumentato i soldi nelle tasche dell'impresa. Un business in piena regola. Intrecci e coincidenze che portano tutti a Sant'Antonio Abate. È il paese del consulente assunto da Nespoli. Il suo primo atto? La revoca dell'appalto per lo smaltimento e la raccolta dei rifiuti. Sant'Antonio Abate è il paese della nuova ditta.”Questo è un altro aspetto da approfondire – spiega Gennaro Giustino, consigliere dell'“Altro Centrodestra” -. Sin dall'inizio abbiamo denunciato gli intrecci e le ombre sull'affidamento del servizio per la raccolta e lo smaltimento della spazzatura. Un “affaire” che rappresenta il simbolo di come gli attuali amministratori intendano il Municipio. Antepongono gli interessi personali e di parte sacrificando quelli del paese. Con metodi e pratiche lontani anni luce dai principi di legalità e trasparenza. Lo hanno dimostrato in ogni settore. Rappresentano la zavorra di questa città. Afragola è ostaggio di un gruppetto di potere che ha messo le mani sul territorio”. A conti fatti, il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti è aumentato a dismisura ma il paese è sempre più sporco. Afragola è nella lista nera. Eppure è arrivata la ciliegina sulla torta. Il 4 giugno l'amministratore dell'Igiene urbana ha inviato via fax una missiva al Municipio, al sindaco e all'assessore all'Ambiente Giuseppe Zanfardino.
L'oggetto ha lasciato tutti a bocca aperta: “Servizio di igiene urbana e servizi accessori – sospensione del servizio di NU sul territorio comunale”. “La scrivente società – scrive l'amministratore dell'impresa – con la presente nota trasmette i costi sostenuti per l'espletamento del servizio sul territorio afragolese, si noti che allo stato attuale tali costi risultano non essere compensati in alcun modo dal canone mensile, generando l'onere di sostenere un servizio non remunerativo. Pertanto, alla luce delle tabelle esplicative di seguito allegate, si comunica che il servizio verrà reso da parte della società fino al 30 giugno e si invita l'Ente ad incentivare la fase di affidamento della del servizio di NU. Restando in attesa di un vostro benevole riscontro, l'occasione ci è gradita per distintamente salutare”. Chiedono soldi. Ne hanno avuti tanti. La tassaè aumentata. Più cresce il costo del servizio più l'amministrazione mette le mani nelle tasche dei cittadini. Ma non se ne fregano. Gli assessori hanno altri obiettivi. Come quello all'Ambiente. Giuseppe Zanfardino non prende atto del fallimento. In fondo, i cittadini pagano e lui dalla ditta ha preteso ed ottenuto un posto come netturbino per un suo parente. Sono felici così. Amministrano la città per ottenere questi piccoli vantaggi, questi privilegi. E sene fregano se hanno mandato per strada tanti padri di famiglia , se hanno fatto perdere lo stipendio aventi giovani per fare spazio alle loro clientele. Per garantire uno stipendio ai loro parenti.
“Non riesco a capire come si possa tollerare tutto questo – continua Giustino -. Come sia possibile che nessuno abbia il coraggio, la forza, la dignità, di difendere il paese di prendere le distanze da un meccanismo articolato, un sistema che sta affondando il paese, sta distruggendo la politica, mortifica le istituzioni e blocca la crescita della città. Come è possibile che in privato gli stessi assessori e consiglieri del Pdl prendano le distanze dal sindaco e dal sistema deviato di potere, mentre in pubblico per non perdere piccoli privilegi o per non essere vittime di ricatti o ritorsioni, sono costretti ad alzare il braccetto, abbassare la testa ed approvare gli atti”. Assurdo ma vero. Al Municipio succede questo. L'unico che è riuscito a strappare qualche sorriso, amaro, è stato l'assessore Aldo Casillo. Ha affisso un manifesto: “Lasciateci lavorare”.E lo ripete a tutta gola: “In Italia c'è la presunzione di innocenza”. Due concetti che vanno approfonditi. Il primo: lasciateci lavorare. Lo dice Aldo Casillo in qualità di assessore di “Società aperta”. Appena Nespoli fece la giunta Casillo non era assessore. Mentre si allenava in palestra ad Afragola, lanciava propositi di guerra: “Se Nespoli non mi mette in giunta cominciamo ad attaccare”. Il monito rivolto ad un amico che era nella sua stessa condizione. Ha ricevuto la poltrona e lo stipendio. Così Nespoli da “orco nero” si è trasformato nel salvatore della patria. Lasciatelo lavorare. Non rovinategli il sogno di una vita. Anche perché non si è candidato e non è stato eletto. Deve dimostrare fedeltà a Nespoli. È l'unica arma che ha. Lasciatelo lavorare con l'ombra che il sindaco abbia riciclato soldi, lasciatelo lavorare con l'ombra che il sindaco abbia preso tangenti n cambio di posti di lavoro. Lasciatelo lavorare se il tribunale ha già spiegato che Nespoli si è comportato così pure nella vicenda “Ipercoop”. Lasciatelo lavorare se al Municipio il sindaco arriva nella macchina di un esponente legato al clan locale. Lasciatelo lavorare se i numeri la maggioranza li recupera nelle tavernette, con la mediazione di soggetti equivoci.
Punto secondo: la presunzione di innocenza non significa che un uomo può commettere tutti i reati di questo mondo e farla franca. Il concetto è diverso, soprattutto quando è riferito ad una personalità che rappresenta le istituzioni. Presunzione di innocenza significa che Nespoli non è colpevole. Ma significa pure che Nespoli può essere colpevole. Soprattutto quando i fatti li conoscono tutti, quando gli episodi contestati e provati dalla magistratura rappresentano in città il segreto di Pulcinella. Il discorso è un altro: Nespoli si difenda liberamente in tribunale. Ma tolga dalle istituzioni le macchie che ha messo. Anche perché non c'è solo la questione “Gazzella-Sean”, ma la pratica dei ricatti, la pratica delle estorsioni in nome e per conto del Comune, emerge chiaramente anche nel processo “Ipercoop”. Basta leggerle. Questo non è lo Stato. Sono comportamenti da Antistato. Arroganti, prepotenti. Altro che presunzione di innocenza.
Ma nesuno vuole parlare. Fanno gli omertosi. Vogliono lavorare in pace.
Hanno ragione. Ma trovassero prima un lavoro.

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