venerdì 8 maggio 2009

Afragola - Ridateci il verde urbano!


Il degrado degli spazi verdi ad Afragola
Ogni dibattito sulla tematica si chiude con un nulla di fatto anche se poi la polemica rimane

Ad Afragola il verde urbano è oggetto di frequenti discussioni tra cittadini e polemiche tra questi e l'Amministrazione comunale. Gli ambiti di discussione abbracciano diversi argomenti. Si parte dalla singola aiuola, lungo i marciapiedi delle strade urbane, si continua con il principale parco urbano, si prosegue con discussioni sui viali alberati e quant'altro è costituito da materiale vegetale vivo ed impiantato in città.
Di fatto intorno alla tematica del verde urbano vi è un grande interesse però, o per le poche conoscenze tecniche in materia o per la mancanza di una condivisione nella lettura dei problemi e della ricerca di soluzioni connesse alla tematica, spesso il dibattito si chiude con un nulla di fatto anche se poi la polemica rimane.
E' davanti agli occhi di tutta la cittadinanza quanto sia alto il degrado e lo stato di abbandono del verde cittadino. Di quanto l'inciviltà di alcuni possa nuocere a tanti. Essa infatti, come gli altri negativi comportamenti umani, disturba la serena convivenza e le relazioni tra le persone appartenenti alla stessa comunità territoriale. Tutto questo implica, oltre
ad un latente malessere e disagio del cittadino, una sorta di appropriazione, da parte di alcuni soggetti, del 'territorio verde' facendone terra di conquista e di possedimento nella completa assenza di un intervento delle autorità comunali preposte. La non qualità delle aree urbane cittadine, specie le maggiori, come la 'villa comunale' e la 'Pinetina San Antonio' o il 'parco verde' delle Salicelle spinge, i cittadini, ad una sorta di immigrazione verso altre città. Comuni dove le Amministrazioni hanno saputo cogliere l'alto valore sociale che gli spazi verdi attrezzati, ordinati, puliti e sorvegliati oltre che regolamentati da orari e regole hanno per la comunità cittadina. Questo nel chiaro intento di evitare stress e altro ai cittadini. Un'attenzione che si orienta in particolar modo verso i genitori, a cui interessa molto potersi recare in aree verdi urbane predisposte ad accogliere loro e i loro piccoli e dove si possano fidare e sentirsi sicuri.
Non a caso gli spazi verdi urbani fanno da sfondo alla vita sociale di una città, sono gli elementi essenziali per l’identità sociale e civile di una comunità. In genere essi rappresentano i luoghi della memoria collettiva, la sede di monumenti, luoghi dove si svolgono feste e attività sociali. Il verde è quindi, tra tutto, una risorsa culturale fondamentale, non solo come estensione dell’ambiente naturale, ma un elemento indispensabile alla riqualificazione urbana. Pertanto gli spazi verdi pubblici dovrebbero rientrare tra le priorità di un'Amministrazione Comunale, cosa che di certo non sembra che sia mai avvenuto ad Afragola. Eppure è provato che un cittadino che può avere a disposizione spazi verdi ha una qualità della vita migliore rispetto ad uno che non ha la stessa possibilità.
In città, da anni, questa tematica è stata posta lontana dai tavoli di discussione. Una corretta utilizzazione degli spazi verdi urbani e una loro eventuale riqualificazione, invece, potrebbero rappresentare gli elementi centrali di discussione ed entrare nell'ambito del Regolamento Urbanistico del Comune.
Eppure la tutela e la valorizzazione degli spazi verdi è diventata un’esigenza tipica delle società ad economia avanzata. In molti comuni della Campania, negli ultimi anni, è cresciuta l’attenzione verso il ruolo che il verde assume nel contesto di una città, comportando un cambiamento di atteggiamento da parte di molte amministrazioni locali, ad Afragola questo non è accaduto. I colpevoli sono l'intera cittadinanza perché qualcuno dovrebbe accollarsi l'onere di mettere in movimento un procedimento, oltre che di partecipazione dell'Amministrazione comunale anche di partecipazione da parte dei cittadini. Sarebbe utile anzitutto, attivare una prima e fondamentale 'fase di ascolto'. Sentire gli abitanti delle diverse zone del territorio cittadino in cui sono ubicate le aree verdi pubbliche. Chiamandoli di fatto a partecipare all’approfondimento di questo tema e a dare indicazioni, che raccolte, potrebbero costituire, per i tecnici comunali, una base preziosa di conoscenza e contribuire all'avviamento, in città, di una nuova idea del verde pubblico condivisa a questo punto dall'intera cittadinanza.
Una città che ha spazi verdi funzionali in proporzione agli insediamenti abitativi e alla densità della popolazione non può che considerarsi una 'città sostenibile'. Afragola si è ridotta alle componenti fisiche ed essenziali di una città. Non è altro che un denso insieme di edifici inseriti in una rete di elementi connettivi quali: strade, piazze e infrastrutture. Priva però di adeguati spazi verdi che costituiscono invece quell'elemento che permette la 'sopravvivenza' dell’uomo nell’artificiale ambiente cittadino. E' un sistema in cui manca un equilibrio. Il verde urbano, infatti, svolge molteplici funzioni: decongestiona la pressione provocata da fattori inquinanti; funziona da regolatore sul microclima; concorre ad aumentare la permeabilità del suolo; introduce, in città, colori e odori mutevoli durante l’anno; svolge un ruolo nella cosiddetta 'rete ecologica' e la funzionalità degli ecosistemi; migliora, inoltre, la qualità estetica dei quartieri facendone anche accrescere il valore commerciale.
Ad Afragola tutto questo è, per ora, assente. Le aree verdi urbane non hanno anzitutto un accesso facile dalla città e mancano di aree di sosta. Poi su tutto prevale l'assenza di qualità. Sono spazi degradati, con attrezzature insufficienti, manutenzione carente o assente e dove manca un'idonea vigilanza. Essi hanno perso ogni valore perché sono venuti meno i parametri fondamentali e si sono trasformati in luoghi insicuri e mal frequentati. Alla fine è stato ribaltato il loro significato e hanno finito per avere un effetto negativo sulla città. Fondamentale è che l'amministrazione Comunale risponda anzitutto alla domanda di sicurezza e poi di regolazione, che la collettività chiede per ottenere una riduzione del 'rischio' soggettivo.
Ferdinando Pelliccia
Da Articolo1 del 05/04/2009

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